DANZE SACRE


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Danze sacre

Danza deriva dal sanscrito tan che vuol dire tensione. Era vissuta fin dalle origini come tensione spirituale fra l’uomo e la natura, fra l’uomo creato ed il suo Creatore. Fin dall’antichità l’uomo ha danzato come ci riportano le testimonianze che troviamo nei reperti archeologici. Il corpo è un simbolo e vi sono molteplici combinazioni fra le varie parti corporee. Le posizioni dei piedi, delle braccia, della testa e del corpo all’interno delle coordinate spaziali attraverso il ritmo fanno della danza un luogo sacro.

“Il corpo è un piccolo universo con il suo ritmo, sempre in movimento nello spazio” (T. Palamidessi).

Come il Sole, astro di luce che nasce al mattino, si alza alto nel cielo e poi tramonta, così la vita umana segue il ritmo nascita-infanzia, crescita-adulta e poi vecchiaia-il tramonto; tutto intorno a noi segue un ritmo, una legge che regola il creato.
Così l’uomo adora e rende gloria all’Assoluto con il suo corpo: stando in piedi leva le braccia verso l’alto; poi le abbassa, come un albero che ripiega i suoi rami; e quando le stende avanti stabilisce una comunicazione.
Il corpo intero attraverso le posture ora aperte o chiuse parla un linguaggio immediato e si rivela ricco di significati a seconda se rivolto al nascere del sole, verso lo zenit oppure al tramonto.

La parte posteriore del corpo e la sinistra sono tradizionalmente connesse con il passato, con l’origine e la zona incosciente, mentre quella anteriore e destra con l’avvenire, l’evoluzione e la zona cosciente. Ad ogni movimento delle braccia e dei piedi corrisponde una costruzione sacra.
In oriente si dice che il Dio Shiva-Nataraja con la danza abbia creato il cosmo: iscritto in un cerchio di fiamme è il simbolo della Creazione. Essendo il Signore del Movimento vitale, creatore intellettuale, nel Buddismo prende il nome di Signore della Danza. Shiva danza e la materia si organizza intorno come in fiammelle di fuoco che creano trasformano ma anche distruggono.

Shiva danza e penetra tutto… danza con l’acqua, il fuoco, il vento e l’etere, e così danza il Signore, per l’eternità, nel suo cuore.

Luciano nel II secolo d.C. paragona la danza al germe della Creazione dell’Universo.
Si può dire che la danza ha sempre rappresentato un’arte per avvicinare il mondo umano (la terra) a quello divino (il cielo), dove Colui che danza ripercorrendo i cicli naturali grazie alla comunione ritmica trasla la coscienza in una dimensione cosmica ed ottiene una catarsi.
Questo accade nel tempio con le danze sacre, nelle cerimonie in Egitto, in India, presso i Greci e le Vestali in Roma. Ma anche presso i popoli indiani attraverso la danza Apaches del volo dell’aquila o tra i Dervisci, gli Uomini Danzanti. Tutte queste tradizioni hanno in comune la ritualità del danzatore, il cui corpo è sentito nella sua dimensione spirituale come il canale da cui si attua la discesa del Divino.

Maurice Bejart dice: «Per me la danza rappresenta la vita e dato che la vita è un ritmo, quello del battito cardiaco, la danza è inseparabile dal ritmo. Essa interpreta la nostra esistenza, al punto che rappresenta tutti i ritmi, tutte le pulsioni umane».

J. D’Amboise (Direttore artistico dell’Istituto Nazionale Danza classica) così descrive la danza: «Il suo polso è il suo battito cardiaco, è il tuo respiro. È il ritmo della tua vita. È l’espressione nel tempo e nel movimento della felicità e della gioia e della tristezza e dell’energia. È uno sfogo d’energia. È straordinaria, e ciò è comune a tutte le creature ed è comune a tutti gli individui».

Il primo ritmo dunque è il battito del cuore: rimanda alla dimensione tempo con l’alternarsi del giorno e della notte. In antico il concetto del tempo era scandito dal moto del Sole contornato dai pianeti, dalla Luna e dalle stagioni.
Si dava il potere alla Luna di regnare sulle maree, sulla vegetazione, sulla fertilità e sule nascite. Mentre il Sole era simbolo del fuoco, del calore e della vita, espressione visibile della Forza Divina.

Danzare sotto l’influsso del Sole per l’uomo è come entrare nella successione della Vita, senza età, come un passaggio dal profano al sacro. La danza che propone la Scuola Archeosofica segue l’orientamento ed il moto del Sole con le direzioni est-sud-ovest. Questo orientamento è molto importante perché permette al danzatore di stabilire una armonia tra le facoltà dell’IO ed i corpi, tutti compresi, coordinamento che spesso è carente. L’arco percorso dal Sole, dal sorgere al tramontare, a causa delle rotazioni della Terra da occidente verso oriente, dona a livello psicofisico nuove energie.

Nella danza psicosomatica la direzione da tener presente è quella del Sole, con movimenti circolari vissuti ed interiorizzati prima per poi passare al gesto espressivo. Le cinque qualità fondamentali sono: leggerezza, lentezza, chiarezza, equilibrio e calma.
Il Dio Shiva danza nel Tempio: questo è lo spazio sacro dove chi danza ruota intorno ad un punto centrale, il luogo sacro. Per il danzatore girare intorno ad un centro è rimanere in relazione con il proprio cuore e percepire la presenza della Vita Spirituale.
Da questo punto focale, inizio ed origine, viene espressa la nostra danza che si svolge come in dei centri concentrici dai quali poi si generano tutte le direzioni. Ogni direzione ha un gioco bipolare che riporta al centro. La danza sacra ha le sue basi nella preparazione del corpo e dell’anima come in una preghiera che permette al soggetto di sperimentare la bellezza e l’armonia.danza indiana

La danza antica rappresentativa serviva per raccontare un episodio del Vecchio Testamento o rievocare un antico evento importante o per innalzare una preghiera. Re David eseguì una danza suonando e cantando, dinanzi all’Arca, quando fu trasportata in Gerusalemme (cfr. II Re VI 14).

La danza accompagnata da un certo tipo di musica crea una situazione molto speciale, favorisce una sorta di trasferimento in un altro mondo dove regna la pace, l’armonia e può traslarlo fino a noi.
Esistono danze tipo marce oppure danze per il risveglio del fuoco spirituale dove ci si immedesima con una Dea. Questo processo è importante per chi esegue e per chi osserva, un po’ come accade in teatro fra attore e spettatore.

La danza serve a stabilire un’armonia tra le facoltà dell’Io ed i corpi, aiuta a stabilire un coordinamento interiore ed esteriore che molto spesso manca. Esempio le mani giunte posso rievocare la potenza di una fiamma del fuoco, dove la destra entra in contatto con la sinistra.

Durante il gesto entrano e circolano delle energie nuove. I gesti sono ricchi di significati, veri simboli che agiscono a livello fisico, metafisico e spirituale. Talvolta per cambiare uno stato d’animo è sufficiente una posa o gesto. Più al gesto è associata la coscienza più questo assume un potere trasmutante. Da una visione frammentata come uno specchio rotto la danza sacra fa ricomporre la visione unitaria è quella che molti chiamano estasi.

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